Un brivido di imbarazzo mi percorse la schiena. Ero nel negozio di abbigliamento così chic, con un vestito che mi stava divinamente, quando la sentii arrivare. Una pressione crescente, un gorgoglio sinistro proveniente dalle profondità del mio intestino. Sapevo cosa significava.
Cercavo di trattenerla, ma era una battaglia persa in partenza. Il mio stomaco brontolava come un vulcano in eruzione. Stringendo i denti, pregai che se ne andasse in silenzio, un piccolo sbuffo inavvertibile. Invece, con mio sommo orrore, esplose.
Il suono rimbalzò sulle pareti del negozio, amplificato dallo spazio ristretto. Un suono profondo, volgare, inconfondibile. Ero mortificata. Immaginai le commesse che si scambiavano occhiate divertite, i clienti che si giravano a guardare con aria di disapprovazione. Volevo solo sprofondare.
Con mia sorpresa, nessuno sembrava aver notato nulla. O almeno, facevano tutti finta di niente, con un sorriso imbarazzato stampato sul volto.
Forse il tessuto spesso